Salve Direttore,
Sono lo stesso lettore della precedente lettera che gentilmente avete pubblicato sullo scorso numero del giornale.
Un po’ a continuazione di quanto detto in quella lettera, purtroppo mi ritrovo a dover raccontare quanto successo sabato 31 Agosto intorno alle 10 di mattina. Ancora una volta si è consumato sull’autostrada A1, tratto Valmontone-Diramazione, l’ennesimo tragico incidente. Avevo un appuntamento per un’importante visita medica all’ospedale di Tivoli ed ho imboccato l’autostrada. So che c’è il rientro dalle vacanze, è previsto bollino giallo per la mattina e percorso poche centinaia di metri vedo che le tre corsie in direzione Nord sono piene come un uovo. Improvvisamente è tutto un frenare, non sono ancora arrivato al cavalcavia di S. Giovanni e sono costretto anch’io a fermarmi. All’altezza di Colle Morello, ho saputo poi, un’auto è stata travolta da un Van che seguiva e a carambola altre due vetture che seguono rimangono coinvolte. Risultato: una signora tedesca morta e tre feriti gravi oltre ad altri feriti più lievi. Nel giro di qualche minuto arrivano numerosi mezzi di soccorso, ambulanze, pompieri, polizia e l’elicottero ARES 118.
Non voglio fare la cronaca di questo ennesimo tragico incidente, ma vorrei fare la cronaca di come migliaia di automobilisti come me, fermi tra l’uscita di Valmontone e l’incidente intrappolati all’interno di questo tratto, rimanendo sotto il sole per ben tre ore fino a quando la Polizia ci ha permesso, verso le 13, di fare manovra inversa e contromano tornare indietro per uscire di nuovo al casello di Valmontone, perdendo l’appuntamento a cui ero diretto. In questo lasso di tempo sono stato, ahimè, testimone di persone, tra cui molti anziani e donne, che nell’impellenza di bisogni fisiologici non avevano alcuna possibilità di espletarli, grande disagio.
Nel frattempo, in contatto telefonico con mia moglie, questa m’informava che anche lei era bloccata in città perché, anche se meno gravi, i disagi si sono riversati ovviamente anche a Valmontone. Infatti, come al solito, veniva consigliata l’uscita dalla A1 al casello di Colleferro e rientrare a S. Cesareo utilizzando la viabilità locale.

Ma quale viabilità locale? C’è solo la Casilina oltremodo in ambiente urbano già di per sé trafficata e con numerosi incroci. Tutto il traffico di ben tre corsie piene di automobili dell’autostrada si è riversato su questa “viabilità locale”. Immagino che a quell’ora il traffico diretto all’Outlet e al Parco Giochi, già in condizioni normali era alquanto sostenuto, provocando il caos. Inoltre, mia moglie nella vana ricerca di una strada percorribile, per andare verso Palestrina, ha percorso la strada che dal Tiro a Segno porta su a Colle Ospedale. Subito dopo si è dovuta di nuovo fermare in quanto un camioncino che si era affidato alla tecnologia dei navigatori, in alternativa alla viabilità locale nel tentativo di evitare l’imbottigliamento sulla Casilina, il dispositivo tecnologico l’aveva indirizzato su quella strada di Colle Ospedale! I navigatori sono eccezionali nell’indicare la strada più veloce, ma non sono ancora in grado di segnalare se la strada che indicano sia idonea per il mezzo su cui si viaggia; risultato: su una discesa il mezzo è rimasto incastrato sul cambio di livelletta della strada. Già nella mia lettera di cui ho parlato all’inizio, relativamente alla Bretella Valmontone-Cisterna che considero opera di indiscussa utilità, ma che sicuramente contribuirà anch’essa ad aumentare il traffico ed essere causa di ulteriori problemi di viabilità. Credo che nella consapevolezza di progettazione di tale opera, si dovrebbero studiare ed intraprendere anche soluzioni atte possibilmente a risolvere o almeno alleviare questi disagi per non dire sofferenze a cui, per qualcuno, ne pagano le conseguenze una moltitudine di persone.
Lettera Firmata

