29 Aprile 2025

Era giusto l’anno 2006 quando l’allora Comitato di Zona « Morello-Ostese » da poco insediato ai fini di curare gli aspetti della vita nelle zone poste a nord-ovest di Valmontone, tra i numerosi progetti messi in cantiere, organizzò nell’immediatezza della fattibilità, il ripristino della festività in onore di S. Barnaba.
Da allora, nella cornice rurale del luogo ove fino alla fine degli anni ’60 esistevano ancora le rovine della chiesetta dedicata appunto all’apostolo di Gesù, ogni anno è stata celebrata una S.S. Messa. Il momento è vissuto anche come spaccato di vita locale, occasione per incontri e re-incontri, per saluti e riflessioni, per convenevoli e chiacchiere. Nel corso degli anni, non è mai mancata la partecipazione degli abitanti della zona e di quelli provenienti dal centro di Valmontone così come la partecipazione delle Autorità Comunali. Anche quest’anno, l’evento ha visto la presenza del Sindaco Veronica Bernabei e del Consigliere Massimo Terzini. La messa officiata dal parroco don Paolo Latini, come ogni anno, si è svolta sul luogo ove sorgeva l’originaria chiesa su un altare improvvisato come si usava nei tempi antichi perché Dio è in ogni luogo. Oggi a ricordo del culto, c’è soltanto una malridotta cappellina addossata ad una casa anch’essa diruta. La targa in marmo indicante il nome di S. Barnaba è l’unica cosa che ancora conserva un certo rigore d’importanza. La targa è relativamente recente in quanto posta nel 2007 grazie alla donazione del sig. Stefano Ancillao e di sua moglie Vera Del Brusco. Nonostante l’impegno degli abitanti e dell’attuale Comitato di Quartiere « I Colli di S. Giovanni », la cappellina mostra tutti gli acciacchi della propria età. Inoltre il punto dove è collocata non si presta nemmeno ad un semplice sguardo; la porta formata da un semplice cancelletto aperto in ferro, non impedisce l’entratura dello sporco all’interno dovuto alle intemperie e soprattutto alle innumerevoli autovetture che ogni giorno le passano davanti. Il quadro raffigurante S. Barnaba, opera del compianto valmontonese Carmelo Zappalà, per evitarne il deterioramento e il possibile furto fu tolto e custodito dalla famiglia Calvano che ogni anno si spende molto per cercare di dare decoro al sito.
Già dall’ormai lontano 2007, il Comitato provò a ridare la giusta importanza al sito. Certamente, l’idea primaria della ricostruzione della Chiesa originaria, andata distrutta nel 1915, è difficilmente perseguibile. Anche più di qualche abitante del luogo, a suo tempo manifestò la contrarietà alla sola idea adducendo l’inutilità di un’altra chiesa. Si optò anche per la costruzione di una semplice edicola, com’era in origine nel 1630, con la sistemazione a giardino dell’aree circostanti che includevano oltremodo la costruzione di manufatti architettonici atti ad impreziosire l’ingresso alla zona. Ma anche questa idea è rimasta irrealizzata. Diceva Manzoni, “Il Santo Vero, mai non tradir”. È storia sfortunata quella del culto di S. Barnaba a Valmontone. Magari la racconteremo in un prossimo numero.

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